Giorgio Albertini è nato nel 1930 a Milano.
Dopo alcuni anni di ricerca nell'ambito della pittura informale, Albertini capisce che il pittore del ventesimo secolo deve fare i conti con la fotografia.
Infatti, l'idea del mondo che abbiamo oggi è sempre filtrata dalle nuove tecniche di riproduzione delle immagini.
La serie "London inclusive Tour" prende spunto da fotografie di promozione turistica, Albertini segnala come la realtà che conosciamo è falsata; noi crediamo di avere a che fare con un autentico cambio della guardia – ad esempio – in realtà stiamo partecipando ad un rituale turistico, con tutto ciò che di inautentico e di Kitsch ne deriva.
La sua indagine prosegue con varie serie, "The Old West", i Nudi, le Nature morte: queste ultime, pur ispirate alla pittura fiamminga, hanno un'impronta che ce le rivela come contemporanee.
Nel corso degli anni, Albertini, con i suoi meravigliosi dittici e trittici, sembra essere arrivato ad una sorta di grado zero della pittura.
Le premesse non sono poi così diverse da quelle di Arman, con i suoi tubetti di colore spremuti e bloccati nella resina; quello che fa la differenza è il rifiuto - da parte di Albertini - della tecnica dell'objet trouvé, l'oggetto recuperato e trasformato concettualmente in opera d'arte.
Il punto focale della sua ricerca è sempre stato il rapporto tra la pittura e la fotografia.
Ha realizzato quadri con soggetto le "Montagne", i "Paesaggi" e "Riflessi" con una grande attenzione nella resa dei particolari.
Alla fine del suo percorso, con i suoi dittici e trittici unisce nella stessa opera immagini di fiori con accanto i colori utilizzati lasciati liberi di scorrere sulla tela. scindendoli in due sezioni distinte.
Nella sua lunga carriera, oltre a dipingere su tela (prediligendo il colore ad acrilico), ha anche realizzato splendidi disegni.