Giovanni Sesia è nato a Magenta nel 1955; il suo stile consiste nella pittura su fotografie.
La svolta decisiva avviene nel 1998, quando trova dei negativi su vetro dell’inizio del novecento nell’archivio abbandonato di un manicomio. Si tratta di fotografie dei degenti, che lui elabora per mostrare la sua istintiva solidarietà verso i malati mentali.
Una volta individuata la tecnica, tutto il suo mondo subisce una sorta di trasfigurazione. D’ora in poi la sua opera sarà una meditazione sulle immagini che appartengono alla nostra storia comune e sulla capacità della memoria di trasformarle in strumenti di suggestione.
Nascono così suggestivi nature morte, paesaggi, interni di case abbandonate.
Celebri sono inoltre le serie dedicate alle moto d’epoca.
Nel 1998 viene in possesso di un intero archivio di negativi su vetro, della prima metà del Novecento.
Decide di ingrandire queste immagini e di utilizzarle come sfondo per la sua opera pittorica, che si basa perciò soprattutto sul racconto di una memoria condivisa.
I soggetti sono perlopiù oggetti casalinghi, ritratti, paesaggi.
Le immagini vengono trattate con colori terrosi e con rare tracce di altri colori, perlopiù rosso. Infine vengono commentate con una grafia pressoché illeggibile.