Medhat Shafik

Vita, stile & influenze

Medhat Shafik è nato nel 1956 a El Badari sulle rive del Nilo.
Arrivato a Milano si diploma all’Accademia di Brera, oltreché in pittura, anche in scenografia.
Fin dall’inizio il suo stile si distingue per una densa carica espressiva, fisica e materica, accompagnata da una sorta di horror vacui, tipico delle decorazioni orientali, tendenti a occupare tutto lo spazio disponibile.
A questa espressività si alterna invece una dimensione più meditativa, quasi spirituale, dove lo spazio si dilata, tende alla rarefazione.
Per le sue opere, Shafik preferisce utilizzare materiali scartati dalla società dei consumi: carta da imballaggio usata, assi di legno e vecchie porte provenienti da demolizioni.
Molto caro a Medhat Shafik è il concetto di Agorà, inteso come luogo di scambio di idee e di cose, all’origine della civiltà e della democrazia.
Il suo intento è di far dialogare cose diverse fra loro: ogni suo quadro è un punto d’incontro fra le culture diverse.
Questi sono gli ingredienti della sua opera “Il percorso dell’asceta”, realizzata insieme ad altri due connazionali, e premiata con il Leone d’Oro alle Nazioni alla Biennale di Venezia del 1995.
Ricercando le proprie radici nella storia dell’Egitto, Shafik finisce per raccontare la storia di tutta l’umanità, nell’intento di restituire al suo pubblico un messaggio universale che a tutti parla di tolleranza e di comprensione reciproca.

Opere

Medhat Shafik si caratterizza per varietà di tecniche utilizzate, prediligendo i materiali naturali, come oggetti e rametti raccolti sulla spiaggia, e colori bituminosi.
Le carte sono dipinte soprattutto con colori acrilici, su cui può successivamente intervenire con collage e oggetti vari.

Per saperne di più

Guarda l'episodio 38 dedicato a Medhat Shafik dal nostro canale YouTube "Praline. Prelibatezze dal mondo dell'arte"