Gian Piero Viglino

Vita, stile & influenze

Gian Piero Viglino è nato ad Alba nel 1951.
A 23 anni si dedica dapprima ad un surrealismo primitivo e materico; poi, da suonatore di batteria, cerca di trasmettere nei suoi quadri la pulsazione del cuore umano.
La tecnica che sperimenta in questo periodo cerca di associare volontà e caso: dipinge cioè lanciando grumi di gesso colorato sulla tela, di iuta robusta.
Verso la metà degli anni ottanta si accorge che la tecnica classica a velatura mantiene intatto il suo fascino, e che, anzi, subisce meno il passaggio del tempo rispetto ad altre tecniche. La sua sfida, adesso, è di fare pittura nuova con una tecnica antica.
I suoi dipinti sembrano emergere da atmosfere evocative di un lirismo che cerca di espandersi nello spazio, non distante dal Bello poetico di Leopardi.
E mentre i paesaggi sono quelli delle Langhe, care a Cesare Pavese, gli animali sono Pappagalli, Elefanti, oppure cigni che provengono da nebbiose atmosfere wagneriane.
La sua pittura sembra provenire da certe atmosfere fin-de-siècle, eredi di Turner, in clima orfico-simbolista alla Redon e alla Moreau, attualizzate da colori vivaci dall’andamento jazzistico.

Opere

Dagli anni Novanta la sua sfida è di fare pittura nuova con una tecnica antica. I suoi dipinti sembrano emergere da atmosfere evocative di un lirismo che cerca di espandersi nello spazio, non distante dal Bello poetico di Leopardi.
La sua tecnica prediletta prevede l’utilizzo di acrilici su tavole di legno che vengono poi resi luminosi con cere o con resine lucidanti.
Meno frequentemente realizza lavori su tela, adoperando sempre colori acrilici.

Per saperne di più

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